Operazione “China Reset”: arrestate 5 persone per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione

Operazione “China Reset”: arrestate 5 persone per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione

Per ragioni di interesse pubblico e tutela del bene giuridico della salute, si informa che nella giornata del 19 novembre, a Grosseto, Prato e Milano, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Livorno e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Grosseto, con il supporto di militari dell’Arma territoriale e con l’ausilio del IV° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pisa, a conclusione di articolata e minuziosa indagine diretta dall’Autorità Giudiziaria del capoluogo, hanno dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Grosseto, destinatari altrettante persone, indagate a vario titolo, in concorso tra loro, per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Le investigazioni, avviate nel novembre 2023, nel corso di una più ampia attività di monitoraggio e controllo di centri estetici nel capoluogo, ha avuto inizio sviluppando un’attività informativa connessa ad “anomale” pratiche di massaggi orientali svolte da ragazze in tre fondi commerciali, risultati poi adibiti a vere e proprie “case di appuntamento”, nei quali, durante l’attività osservativa svolta dai carabinieri, si recavano, durante l’arco della giornata, svariati soggetti di sesso maschile.

Individuati ed escussi numerosi clienti di quei centri, si aveva modo di accertare come questi ultimi, dopo aver visionato sul web alcuni siti nei quali erano pubblicizzati annunci relativi a prestazioni sessuali, riportanti riproduzioni fotografiche ritraenti ragazze con tratti orientali in foto di nudo esplicito, contattavano le utenze riportate nelle inserzioni dalle quali trarre indicazioni sulle modalità di accesso ai locali e le tariffe per le varie prestazioni.

Nel tempo, alle attività di polizia tradizionali si affiancavano quelle di natura tecnica, le intercettazioni, risultate determinanti per disvelare il contesto nel quale venivano consumate le condotte delittuose, oltre a definire il giro d’affari dell’illecita attività stimato in circa 1 milione di euro l’anno.

In particolare emergeva:
– la figura di un uomo, risultato avere un ruolo di primario rilievo nell’attività di prostituzione oggetto di indagine, poiché lo stesso, utilizzando l’identità di un’altra persona, aveva provveduto:

  • all’apertura di “case d’appuntamento” a Grosseto, qui spostando l’illegale attività dopo essere stato in passato colpito da inchieste analoghe nella provincia di Siena;
  • al pagamento di numerosi canoni di locazione di quei siti;
  • al pagamento di cospicue somme di denaro in favore delle società gestrici dei siti internet, sui quali venivano pubblicizzati gli annunci delle prestazioni sessuali dei tre centri;
  • a tenere numerosi contatti telefonici con le utenze in uso alle gestrici delle “case di appuntamento”, apparendo un punto di riferimento trainante nella conduzione dell’attività di prostituzione.

– che in ciascuno dei tre centri attenzionati vi erano quattro donne, rivelatesi autentiche maitresse (destinatarie del provvedimento custodiale) deputate al “presidio” in modo pressoché costante del sito, a ricevere le telefonate dei clienti a cui venivano fornite precise indicazioni sulle modalità di accesso, ad accoglierli al momento del loro arrivo, a prendere in consegna direttamente dal cliente o per il tramite della prostituta le somme corrisposte per le prestazioni sessuali, a reclutare le singole prostitute.

Altre tre persone, di sesso maschile, sono indagate in stato di libertà per il loro apporto di agevolazione all’attività di prostituzione svolta nei centri, concretizzatosi in sostegni logistici e trasferimenti nelle case d’appuntamento delle prostitute.

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